mercoledì 23 novembre 2011

Felicità oggi vuol dire mettersi in proprio?

E' con estremo entusiasmo che dico di aver partecipato ieri sera (22 Novembre '11) al convegno annuale promosso dal gruppo Giovani Imprenditori Artigiani dal titolo: "Felicità oggi vuol dire mettersi in proprio?" e organizzato da Confartigianato imprese Como. Un primo stupore mi ha colto quando arrivato al parcheggio dell'Hotel ristorante il Corazziere di Merone l'ho trovato pressoché pieno con molti giovani che si dirigevano verso la sala dove si sarebbe tenuto il convegno. All'ingresso ad accoglierci i camerieri che gentilmente ci hanno indicato quale sala, un primo step di registrazione e la consegna degli omaggi quali penne, rubriche, borse ecc. La sala era già piena al mio arrivo, ed ho potuto notare facce già viste, incrociate durante la vita lavorativa di altri concorrenti e fornitori. Apre il convegno il presidente di Confartigianato Imprese Como Elisabetta Maccioni che ci spiega il titolo del tema che andremo ad affrontare. Come ospiti della serata Francesco Alberoni sociologo ed editorialista di fama, Nicola Porro vice direttore de Il Giornale, Monica Rizzi assessore regionale dello sport e giovani Lombardia e i due presidenti di Giovani Imprenditori di Monza/Brianza e Bergamo. La parola viene data subito a Francesco Alberoni il quale illustra gli ideali personali e di impresa che un imprenditore deve avere rapportato ai mezzi ed ai tempi che oggi ci mette a disposizione. Una cosa in particolare del suo discorso mi è piaciuta: che l'imprenditore di oggi deve avere fame di successo e che principalmente si deve basare sulle sue possibilità economiche, rinunciando in prima persona a delle soddisfazioni lussuose personali. Una sua frase mi è rimasta impressa: l'impresa e la finanza sono due cose separate. L'impresa deve essere in grado di affrontare il suo percorso di crescita con le proprie possibilità, lavorando al meglio ognuno nel suo piccolo. Quale altra frase sarebbe potuta essere più indovinata in una conferenza di imprenditori artigiani? Io sono ormai diversi anni che lavoro nell'azienda "di famiglia" creata da mio padre assieme ad altri soci. Caratteristica predominante della nostra azienda è che si è creata da sé lavorando duro rinunciando magari al tempo libero, nei primi anni di vita aziendale alle vacanze, alla macchina lussuosa, perché il tutto si investiva nell'azienda.
Poi via via la parola è passata anche agli altri ospiti, tra i quali i due giovani imprenditori derivanti dalle aziende di famiglia che ci hanno illustrato come hanno inserito le loro idee innovative all'interno dell'azienda per farla correre ai tempi di oggi.
Bé che dire: come mia prima esperienza in un convegno del genere è stata sicuramente positiva, anche se in molte occasioni si è perso completamente il filo del discorso e soprattutto il titolo del tema. In effetti mi aspettavo più un dibattito su problemi e soddisfazioni dell'essere imprenditore, sentendo esperti di settore magari della camera di commercio che illustrassero la parte burocratica, e considerazioni personali di imprenditori.
Il tutto comunque è poi passato in secondo luogo grazie ad un ricco buffet vista anche l'ora!    

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